Dieci notti di sangue giunge alla sua terza edizione. Una rassegna di cinema horror che in apparenza potrebbe sembrare rivolta ad un pubblico ristretto di appassionati ed estimatori del genere, è in realtà un espediente per analizzare e riflettere sulla nostra società di ieri, di oggi e di domani.
Nelle precedenti edizioni le proiezioni dei film che hanno fatto la storia del cinema horror, accompagnate dalle attività laboratoriali curate dal regista messicano E.S. Mayorga, hanno messo in luce come a ciascuna epoca corrisponda un mostro differente, trasposizione delle paure della società in quel determinato periodo storico e socio-politico oltre che in quel determinato luogo e contesto culturale in cui il film è stato concepito.
Il mostro è oggetto di speculazione e di messa in discussione dell’idea di normalità (condivisa dalla massa). “Come appare il mostro e perché è mostruoso? Quale era il contesto nel quale il film fu proiettato per la prima volta? E in molti casi, perché certi mostri non fanno più paura?” Sono state le domande che hanno accompagnato Dieci notti di sangue, svelando come i mostri – che fossero umani, animali, immateriali, paranormali, fantascientifici – nascondessero di volta in volta la paura nei confronti dei selvaggi, della scienza, dell’ascesa del proletariato a discapito della borghesia, della guerra fredda e del comunismo, dell’emancipazione femminile, del nucleare, della tecnologia, dell’AIDS…
È la paura nei confronti di ciò che non conosciamo, di ciò che è diverso da noi a contribuire in buona parte al successo del genere horror che, come ogni media, talvolta può essere utilizzato per strumentalizzare e fomentare tali paure. Affrontare gli archetipi del cinema di paura, evitando di attuare esclusivamente una fredda autopsia che eliminerebbe la fascinazione ed il piacere di gustarsi un film, può aiutare a comprendere se stessi e la propria società, ad essere un osservatore più consapevole e meno influenzabile/manipolabile.
Ora che non abbiamo più paura dei selvaggi con l’anello al naso e Piero Angela – insieme a Focus – ci ha fatto conoscere e amare la scienza, ora che la tecnologia è il nostro pane quotidiano, ora che la globalizzazione ha portato la Coca Cola anche nei paesi della ex Unione Sovietica, che cos’è che ci fa paura? Siamo destinati a sorridere mentre guardiamo un anacronistico film horror? Sappiamo che non è così, le nostre paure sono molteplici e reiteranti. Il terrore nei confronti del diverso cambia solo l’oggetto, ma mai la forma.
A partire dai fatti del 11 settembre del 2001 si è sviluppata nella società statunitense e più generalmente “occidentale” la paura nei confronti del terrorismo islamico, accresciuta giorno dopo giorno da numerosissimi e terribili fatti di cronaca, più o meno strumentalizzati dai media.
Assolutamente lontani dall’obiettivo di voler trarre conclusioni e formulare teorie di politica internazionale, con la terza edizione di Dieci notti di sangue vogliamo ricordare al nostro pubblico e mostrare ai nuovi pubblici quanto sia facile “creare un mostro”, giocando magistralmente con il nostro immaginario e le nostre paure.
E se è quasi certo che l’egiziano Mohamed Atta, il saudita Wail al-Shehri, il libanese Ziad Jarrah… si trasformeranno a breve nei nuovi mostri, non vogliamo assolutamente e crediamo sia nostro dovere non permettere che le migliaia di persone che per disperazione tentano di arrivare in Europa in questi mesi, a costo della loro stessa vita, possano un domani rappresentare un “mostro” cinematografico, o ancor peggio sociale.
Quanto è facile “creare un mostro” giocando magistralmente con il nostro immaginario e le nostre paure? Oggi che cosa ci fa paura?
Dieci Notti di Sangue è organizzata in tre blocchi strettamente legati e connessi temporalmente. Dapprima le proiezioni di una selezione di film di genere più o meno noti e a seguire i laboratori con temi specifici. Il ruolo di basso continuo e legante è affidato al reportage fotografico Exodus che ci accompagnerà per tutto marzo.
Il calendario degli appuntamenti è il seguente:
PROIEZIONI dal 18 al 28 febbraio Teatro La Maschera – via Is Spinargius San Sperate
18/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 Cannibal Holocaust (ITA, 1979) Regia di Ruggero Deodato
19/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 The Serpent and the Rainbow (USA, 1988) Regia di Wes Craven
20/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 World War Z (USA, 2013) Regia di Marc Forster
21/02 – Teatro la Maschera – ore: 18.00 Drag me to Hell (USA, 2009) Regia di Sam Raimi
21/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 The Skeleton Key (USA, 2005) Regia di Iain Softley
25/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 Deliver us From Evil (USA, 2014) regia di Scott Derrickson
26/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 Bram Stoker’s Dracula (USA, 1992) regia di Francis Ford Copola
27/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 From Dusk Till Dawn (USA, 1996) Regia di Robert Rodriguez
28/02 – Teatro la Maschera – ore: 18.00 Candyman (UK, 1992) Regia di Clive Barker
28/02 – Teatro la Maschera – ore: 21.00 I’m Legend (USA, 2007) Regia di Francis Lawrence
ESPOSIZIONE EXODUS dal 3 al 31 Marzo Museo del Crudo – via Roma 15 San Sperate
Volti innocenti, stanchezza, disperazione, bolle di sapone e sorrisi di bambini che potrebbero essere i nostri figli, noi stessi, i nostri nonni. Il fotografo ungherese Attila Kleb ha catturato gli sguardi dei migranti che fanno tappa a Budapest nella speranza di raggiungere gli altri stati europei. Un’occasione per guardare negli occhi le nostre paure.
LABORATORI
dal 4 al 6 Marzo ore 19:00 Teatro La Maschera – via Is Spinargius San Sperate Tre lezioni di analisi sul cinema horror e i suoi mostri, accompagnate dalla proiezione di frammenti di film, a cura del regista messicano E.S. Mayorga. Un interessante approfondimento focalizzato sui temi del razzismo e della paura nei confronti delle frontiere e dei migranti.
12 Marzo ore 17:00 Museo del Crudo – via Roma 15 San Sperate Trasformare il DIVERSO in VERSO DI… un viaggio, guidato dalla psicologa Dott.ssa Maura Putzu, alla scoperta delle nostre convinzioni e paure più intime per ritrovare quella base di sicurezza che ci permetta di incontrare con serenità “l’altro”.
Per info: tel. 070.960.14.34
Progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna – L.R. 15/2006 art. 15 Rassegne anno 2015
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